mercoledì 18 giugno 2014

Brazil

Anche in Tanzania, come in altri milioni di paesi sparsi nel globo, in questi giorni c'è aria di coppa del mondo. Gli abitanti del villaggio sono elettrizzati, occupatissimi nella preparazione del grande evento calcistico che si svolgerà durante il prossimo mese. L'interesse è condiviso da molti, e ognuno mette a disposizione ciò che possiede, per riuscire nell'impresa di vedere le partite. C'è chi offre il televisore, chi ha con sè un'antenna parabolica, chi un vecchio generatore. Per tutto il giorno l'elettricista fai-da-tè locale unisce e taglia cavi, svita e aggiusta accessori di ogni genere. C'è odore di bruciato, lo stabilizzatore fa fumo, ma l'elettricista continua calmo il suo lavoro, cercando i ricambi in una radiolina sezionata per l'occasione.

Anche il montaggio dell'antenna richiede il suo tempo. Il disco viene girato e rigirato alla ricerca di un segnale, chiedendosi se davvero notizie della coppa del mondo passeranno anche dal piccolo villaggio tanzaniano. “Forse ci hanno dimenticati...” ipotizza qualcuno, dopo ore di tentativi.

E infine, miracolosamente, è tutto pronto. Scende la sera e poi il buio della notte africana. In mezzo al paese addormentato c'è un generatore che sbuffa e una lampadina ad illuminare l'ingresso. Si spalanca la porta, e tutto il villaggio è là! Avvolti in teli colorati sono tutti riuniti nella saletta, ansiosi aspettano l'inizio dello spettacolo. Non mancano i bambini, che ad occhi spalancati si gustano deliziati ogni minuto della serata così fuori dalla norma. Non capiscono nulla ma guardano estasiati le immagini di un mondo diverso. Musica e balli, confusione che si muove sullo schermo. A volte scoppiano a ridere su un primo piano della faccia buffa di un calciatore troppo serio.
In un angolino c'é pure un gruppetto di signore anziane. Troppo curiose per starsene a casa si sono fatte contagiare dall'entusiasmo collettivo per un evento che anche su di loro ha saputo esercitare attrazione. Ora però, vergognose, si fanno piccole piccole come a volersi nascondere, e commentano sottovoce tra loro il vestito molto essenziale delle ballerine: “Certo che ho vissuto proprio a lungo... anche questa mi tocca vedere!”.

Il pubblico maschile riempie la sala con il suo vociare. Assieme ricordano i mondiali di calcio degli anni precedenti; cosa accadde alla tale squadra, al tal calciatore. Ognuno con le proprie verità, ognuno con le proprie nuove previsioni. Parlano di un corcorso della coca-cola con in paglio un biglietto per il Brasile. Qualcuno si chiede se i brasiliani sono bianchi o neri. C'è poi un tizio che ogni due minuti sfila davanti allo schermo per pubblicizzare la sua bancarella ambulante fatta di dentifrici, calze da uomo, e creme per tutti i gusti.

Finalmente il momento si avvicina, la partita sta per cominciare. Mancano solo dieci minuti!
Ed ecco che con un ultimo sbuffo il generatore si spegne. La luce della lampadina viene risucchiata dalla luna e si fa buio pesto. I balli si interrompono di colpo. Il Brasile è improvvisamente volato via, più lontano che mai, e sorpresa la gente si guarda intorno non capendo più dove si trova.

Poi una voce annuncia: “È finita la benzina. Chiediamo un vostro modesto contributo per abbeverare il nostro generatore, che come vedete non sa pazientare...”
Una mano passa a raccogliere i centesimi tra il pubblico, facendo tintinnare esplicitamente le monete con intenzione significativa. .Un ragazzo arriva dal buio con una tanica di benzina piena fino all'orlo.
Ed ecco, di nuovo il borbottare del generatore, di nuovo la musica, di nuovo la festa!
“Presto presto, giusto in tempo per l'inno!”. E siamo di nuovo in Brasile.

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