sabato 19 gennaio 2013

Shamba



Tanzania contadina. La terra è l'elemento. La tastano, l'annusano, la percorrono, lasciando che si infili tra le dita dei piedi nudi. Quella bella terra densa di pioggia, piena e brulicante di vita. Al cadere delle prime gocce la gente si risveglia dal letargo. Prima del canto del gallo sono già tutti nei campi a zappare: foulard in testa, semi di mais e zappa alla mano, un bambino legato in schiena, un altro più grandicello a fianco ad aiutare. Gli uomini tornano dal lavoro al tramonto. Hanno i piedi arancioni, di quella terra che è ormai parte di loro. Mangiano quattro piatti di polenta e crollano sul letto sfiniti... russano fino alle tre e mezza di mattino, e poi dopo altri quattro piatti di polenta ripartono con la zappa in spalla. Persino la vecchia Bibi della casa accanto dimentica i suoi mille mali di schiena, pancia e di denti. Al mattino immancabilmente la si trova lì, un colpo dopo l'altro, a sfruttare ogni centimetro quadrato del suo acre di terreno, che ama più dei suoi figli. Di nascosto, senza farsi vedere da nessuno, semina un tappo di coca-cola... in fondo perchè no?

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