“Acchiappa
il galletto”, questo è il nome di un gioco tanzaniano, spesso
proposto durante le feste
di paese. Al centro del campo
sta una signora che
tiene per le zampe un giovane
gallo. Attorno una decina di
concorrenti, rigorosamente selezionati come i più impacciati del
villaggio. Uno troppo grosso, uno troppo in là con gli anni, una
donna dai tacchi a spillo
troppo elegante. Al
fischio l'animale viene
liberato e
i partecipanti si
sfidano ad acchiapparlo.
Premio per il più veloce:
il galletto stesso!
Gli
uomini corrono, si lanciano sulla preda, scivolano,
cadono si rialzano
e si azzuffano tra di loro
nell'impresa di catturare il
povero gallo spaventato che corre e
sfugge abilmente agli
attacchi. Il
pubblico è un boato, la gente incita
tra le risate i partecipanti sudati. Lo
spettacolo si protrae fino a quando il
pollo, stanco per la corsa,
viene acchiappato dal
trionfante vincitore.
Sembra
quasi che
chiacchirano mentre
starnazzano
cercando di becchettare un
grosso insetto...
... "La rossa è sparita ieri... Puoi scommetterci che è andata
a covare! S'è trovata un bel nido nella foresta e la rivedremo tra
un mese con il suo seguito di pulcinozzi" ...
... "Non sai che noiosa la nuova arrivata... sì sì, quella
brutta, senza piume sul collo... insomma, sta per deporre le uova...
strilla a non finire perchè le vuole mischiare alle mie... che
scansafatiche!" ...
... "Poveretta la nera... ha covato una dozzina di uova, ma se
ne sono schiuse solo tre... due piccoli è già piovuto il falco in
picchiata a portarseli via ed ora è restata con un pulcino solo...
dovresti vedere che dolce però!"...
Sono
sempre affamate, sempre
pronte a tutto per guadagnarsi una bricciola d'avvanzo della
sera prima. Persino
si azzardano ad entrare nelle case per
cercare una padella non ancora lavata e
zampettare sul divano, svegliando con il loro coccodè la padrona
sorpresa nel suo pisolino.
Poi
al calar del sole galli,
galline e pulcini fanno
ritorno e
si ritrovano tutti
nel cortile chiedendo
venga loro aperta
la porta d'entrata,
per lasciare
che si accovaccinano
tranquilli nel
loro cantuccio.
La padrona li conta alla
lucina di una pila, un qualcuno lo vende, per altri aspetterà fino a
Natale. Al buio appaiono assonnati e vulnerabili, senza energia per
reclamare. Fino
alla
prima alba,
quando di nuovo scorrazzeranno
per i campi chiocciando
e cantando, salutando il mattino.