Anche in
Tanzania, come in altri milioni di paesi sparsi nel globo, in questi
giorni c'è aria di coppa del mondo. Gli abitanti del villaggio sono
elettrizzati, occupatissimi nella preparazione del grande evento
calcistico che si svolgerà durante il prossimo mese. L'interesse è
condiviso da molti, e ognuno mette a disposizione ciò che possiede,
per riuscire nell'impresa di vedere le partite. C'è chi offre il
televisore, chi ha con sè un'antenna parabolica, chi un vecchio
generatore. Per tutto il giorno l'elettricista fai-da-tè locale
unisce e taglia cavi, svita e aggiusta accessori di ogni genere. C'è
odore di bruciato, lo stabilizzatore fa fumo, ma l'elettricista
continua calmo il suo lavoro, cercando i ricambi in una radiolina
sezionata per l'occasione.
Anche il montaggio
dell'antenna richiede il suo tempo. Il disco viene girato e rigirato
alla ricerca di un segnale, chiedendosi se davvero notizie della
coppa del mondo passeranno anche dal piccolo villaggio tanzaniano.
“Forse ci hanno dimenticati...” ipotizza qualcuno, dopo ore di
tentativi.
E infine,
miracolosamente, è tutto pronto. Scende la sera e poi il buio della
notte africana. In mezzo al paese addormentato c'è un generatore che
sbuffa e una lampadina ad illuminare l'ingresso. Si spalanca la
porta, e tutto il villaggio è là! Avvolti in teli colorati sono
tutti riuniti nella saletta, ansiosi aspettano l'inizio dello
spettacolo. Non mancano i bambini, che ad occhi spalancati si gustano
deliziati ogni minuto della serata così fuori dalla norma. Non
capiscono nulla ma guardano estasiati le immagini di un mondo
diverso. Musica e balli, confusione che si muove sullo schermo. A
volte scoppiano a ridere su un primo piano della faccia buffa di un
calciatore troppo serio.

In un angolino c'é
pure un gruppetto di signore anziane. Troppo curiose per starsene a
casa si sono fatte contagiare dall'entusiasmo collettivo per un
evento che anche su di loro ha saputo esercitare attrazione. Ora
però, vergognose, si fanno piccole piccole come a volersi
nascondere, e commentano sottovoce tra loro il vestito molto
essenziale delle ballerine: “Certo che ho vissuto proprio a
lungo... anche questa mi tocca vedere!”.
Il pubblico maschile
riempie la sala con il suo vociare. Assieme ricordano i mondiali di
calcio degli anni precedenti; cosa accadde alla tale squadra, al tal
calciatore. Ognuno con le proprie verità, ognuno con le proprie
nuove previsioni. Parlano di un corcorso della coca-cola con in
paglio un biglietto per il Brasile. Qualcuno si chiede se i
brasiliani sono bianchi o neri. C'è poi un tizio che ogni due minuti
sfila davanti allo schermo per pubblicizzare la sua bancarella
ambulante fatta di dentifrici, calze da uomo, e creme per tutti i
gusti.
Finalmente il momento
si avvicina, la partita sta per cominciare. Mancano solo dieci
minuti!
Ed ecco che con un
ultimo sbuffo il generatore si spegne. La luce della lampadina viene
risucchiata dalla luna e si fa buio pesto. I balli si interrompono di
colpo. Il Brasile è improvvisamente volato via, più lontano che
mai, e sorpresa la gente si guarda intorno non capendo più dove si
trova.
Poi una voce annuncia:
“È finita la benzina. Chiediamo un vostro modesto contributo per
abbeverare il nostro generatore, che come vedete non sa
pazientare...”
Una mano passa a
raccogliere i centesimi tra il pubblico, facendo tintinnare
esplicitamente le monete con intenzione significativa. .Un ragazzo
arriva dal buio con una tanica di benzina piena fino all'orlo.
Ed ecco, di nuovo il
borbottare del generatore, di nuovo la musica, di nuovo la festa!
“Presto presto,
giusto in tempo per l'inno!”. E siamo di nuovo in Brasile.