
In un paese dove il
tasso di disoccupazione raggiunge quote vertiginose, l'intraprendenza
è la regola per riuscire raccogliere il gruzzoletto quotidiano.
Stiamo parlando della Tanzania, e dei suoi milioni di giovani senza
lavoro e senza istruzione, alla ricerca di un modo per guadagnarsi da
vivere. Chi è stato ultimamente in questo paese si sarà forse
domandato cosa fanno quei tanti ragazzi ai bordi delle strade, seduti
tutto il giorno sulla loro moto. Ebbene, loro sono i moto-taxi.
Veloci, efficienti, ti portano ovunque, in qualsiasi località
dimenticata dalla rete di trasporti pubblici tanzaniana. Molto più
economici di un normale taxi, e meno stancanti di una passeggiata di
qualche chilometro, i moto-taxi sono estremamente apprezzati dalla
popolazione locale. L'utilità dei moto-taxi rimane indiscussa anche
per quanto riguarda gli spostamenti attraverso le grandi città. Essi
infatti offrono un metodo unico per muoversi tra i massivi ingorghi
stradali, altrimenti impenetrabili.

È la Cina a rendere possibile
questa motorizzazione di massa, vendendo i veicoli a prezzi
accessibili pure ai giovani tanzaniani. Le moto vengono in seguito
personalizzate con accessori dai colori sgargianti o scritte
orgogliose come “the king of the road – il re della strada”. I
bambini scimmiottano il babbo, infilandosi in una scatola e rombando
il suono del motore. In effetti, i moto-taxi sono l'ultima moda. Tra
i giovani c'è chi fa carriera, fino a permettersi di comprare due,
tre fino a cinque moto; e poi venderle tutte per pagarsi
l'automobile. Sembrerebbe un occupazione interessante e pacifica.
Bisogna però aggiungere che tra i moto-taxisti molti sono
particolarmente spericolati; sia questo perchè troppo giovani,
perchè poco controllati o ancora per il peso finanziario di fare le
cose in regola. Pochi hanno davvero una licenza di condurre, e ancora
meno hanno registrato il veicolo e pagano la dovuta quota
assicurativa. Una buona manutenzione poi è l'eccezione, e spesso le
moto vengono riparate con spago e cerotti; soluzioni parziali, che
peraltro a lungo andare aggravano il danno. Le luci rotte sono
raramente sostituite, e le camere d'aria ancora resistono malgrado
siano decorate con una ventina di toppe. L'olio non viene cambiato
fino a quando la moto muore a scossoni. Per non parlare dei
sovracarichi di passeggeri e merci che i veicoli sono costretti a
subire. Sul moto-taxi si monta anche in quattro al prezzo di uno, in
uno stile chiamato “a spiedino”. Basta tenersi forte, per non
perdere qualcuno per strada. Pure cemento, mobili e animali, vengono
trasportati in questo modo fino a destinazione, con la ruota
anteriore leggermente sollevata se il peso diventa eccessivo. Qualche
volta ci si impenna, ma la cosa non è preferibile, e spesso si
viaggia cercando esattamente l'equilibrio limite.

Pericolosissimi.
Gli incidenti sono l'ordine del giorno. Illegalissimi. A volte
arrivano in visita i poliziotti. Spesso e volentieri a fine mese,
quando il salario finisce prima del previsto. I moto-taxisti si
dileguano. Esperti si intrufolano tra i vicoli, e nascondono le moto
nelle cucine delle case. Alcuni, meno fortunati, vengono fermati. La
moto viene ritirata, e portata alla centrale. Rimane lì, fino al
versamento di una multa salata. E una volta pagato si rientra in
scena, il catalizzatore distrutto per ripartire in un boato e
continuare a guadagnarsi il pane come si può.